«Spararla grossa, sempre. E non risparmiarsi mai». I falsi del MALE in mostra a Brutti Caratteri

“Più scrivevamo enormi ‘bugie’, più scoprivamo che si trattava di forme ellittiche della realtà, meno false di tante cronache correnti”.

 La satira del Male ha sempre camminato sul sottile confine che divide il falso dal vero. Del resto, raccontare la cronaca esagerandola o inventandosi di sana pianta alcuni particolari è da sempre l’ossigeno per qualsiasi forma di satira. Il Male era una rivista satirica italiana. Invase le edicole tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Per sciogliere con ironia la tensione che faceva tremare il paese, per deridere la politica come nessuno osava fare. Sul settimanale prese forma un’affilatissima beffa mediatica: falsificare le prime pagine delle testate giornalistiche italiane. E così sul Corriere della Sera poteva essere annunciato uno sbarco di extraterrestri avvenuto la notte precedente o si poteva leggere sulla Stampa che Ugo Tognazzi era il capo delle Brigate Rosse…

Il Male riuscì a camuffare il falso così bene da rendere l’incredibile più vero della realtà stessa. La redazione, tra il 1978 e il 1982, ha falsificato, e mandato in edicola a fianco della stampa “ufficiale”, decine e decine di quotidiani italiani e internazionali facendo apparire in prima pagina notizie improbabili (o fantasie di molti?) che stravolgevano la cronaca o denudavano i protagonisti di quella stagione politica. La tradizione dei “falsi” è poi continuata sul mensile Frigidaire fino ai primi anni del 2000. L’idea venne a un grafico, Marcello Borsetti, che mostrò alla redazione come, se la rivista veniva aperta e rigirata, il paginone centrale, mascherato da un qualsiasi quotidiano nazionale, diventava la nuova prima pagina del Male. In questo modo i “falsi” cominciarono a invadere le edicole di tutta Italia. Il primo atto di questa guerrilla mediatica fu una falsa copia della Repubblica di Eugenio Scalfari che, nel torbido clima dei funerali di Aldo Moro, annunciava a caratteri cubitali: “Lo Stato si è estinto”. All’indomani dell’uscita, il direttore del quotidiano, quello vero, minacciò di denunciare il Male. Ma la redazione della rivista satirica, entusiasta della nuova trovata, non si fece scoraggiare dalle parole di Scalfari e ben presto i falsi continuarono ad andare in edicola, e le denunce ad arrivare. “Subito dopo l’eliminazione della nazionale di Bearzot da parte degli olandesi nella semifinale del mondiale argentino del ’78- come ricorda Vincenzo Sparagna in “Falsi da ridere”- fu il turno del Corriere dello Sport: ‘Annullati i mondiali!’.”Ormai era un falso giornale scritto in modo già quasi completo- continua Sparagna- con articoli, notizie e cronache deliranti. Ci furono qua e là piccole manifestazioni tricolori per festeggiare il recupero dell’Italia (…) e, naturalmente, il direttore del Corriere, Giorgio Tosatti, inferocito per l’inconcepibile affronto alle cronache sportive ci denunciò.” I giornali che venirono falsificati furono moltissimi: dal Corriere della Sera al Messaggero, dall’Osservatore Romano a il Giornale di Montanelli.E la trovata fu portata addirittura anche oltre i confini nazionali con perfette e deliranti falsi della Pravda russa, del Times inglese e della polacca Trybuna Ludu. I ‘falsi’ restano un piccolo gioiellino, incoronano forse il punto più alto toccato dalla rivista nella sua storia e ne celebrano la massima popolarità. Un’affilatissima performance satirica nonché una delle più riuscite pratiche di sabotaggio mediatico perpetrato in Italia negli ultimi trent’anni. http://ilmalenonemorto.blogspot.it/p/i-falsi.html

I falsi del Male raccolti da Filippo Cicciù e Piero Casentini saranno in mostra per tutta la durata di Brutti Caratteri presso L’isola che non c’era

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Quando il calcio non era tv…

“Verona Milan cinque a tre”, correva l’anno 1973. Il bambino di allora ripercorre il perché del suo amore per il calcio e per la vita; così sul palco, nel tempo dello spettacolo, l’attore che lo impersona scende metaforicamente in campo, tra le radiocronache della domenica e le figurine Panini, tra l’erba infangata e le moviole, per cercare ancora una volta il suo posto nel gioco.

Andrea De Manincor e il suo monologo, tratto dall’omonimo testo di Diego Alverà, saranno al campo sportivo Gigi Piccoli di via Caroto 1 (zona Porta Vescovo) sabato 30 giugno alle 21.30. 

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VERONA MILAN CINQUE A TRE: il monologo Andrea De Manincor sabato 30 giugno al Gigi Piccoli, ore 21.30

20 maggio 1973: in un’assolata domenica allo stadio Bentegodi un bambino assiste, seduto sulle ginocchia di suo padre, alla partita di chiusura del campionato italiano di serie A, lo storico incontro Verona-Milan conclusosi con l’incredibile risultato di 5-3. Mentre sul campo le sorti del mondo sembrano rovesciarsi, i ricordi e le suggestioni volano via dal prato, ritrovano i suoni e le immagini di un passato in bianco e nero, stimolano il confronto con un presente allora ancora lontano. Si intrecciano così nell’andirivieni capriccioso del tempo i fili che rimandano ad anni in cui il calcio era giocato, non parlato, e ciò che accadeva in campo si faceva specchio e metafora di ben altre vittorie e sconfitte, nella vita come nel più ampio scenario della società e della storia.

Campo sportivo Gigi Piccoli, via Caroto 1, ore 21.30. Apertura tornelli e punto ristoro dalle ore 19.00

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L’ANTITEMPO in mostra al Malacarne venerdì 29 giugno alle 21.30

Presentazione-reading-performance de «L’antitempo» (http://www.antitempo.it/). Bimestrale di satira internazionalista totalmente autofinanziato, gestito in assoluta autonomia e distribuito in molte librerie italiane.

Durante la serata verrà inaugurata la mostra di illustrazioni tratte dall’ultimo numero, saranno elargiti ritratti per tutti/e a cura di alcuni sagaci autori giunti da ogni parte della penisola.

Saranno presenti all’incontro:

Vito Manolo Roma 

Nato a Busto Arsizio, 1982. Dopo il Liceo Artistico si laurea al Politecnico, vive a Milano e svolge quotidianamente il mestiere di grafico specializzato in progettazione editoriale. Incide acqueforti, stampa serigrafie e pratica il pugilato a livello amatoriale.

Matteo Rubert

Monza, 1982. Ilustratore, grafico e web designer, dopo aver frequentato l’ITIS si laurea al Politecnico. Vive e lavora a Milano, dove insieme ad altri nove soci gestisce una tipografia con macchine da stampa a caratteri mobili. Pratica l’ultimate frisbee e adora andare in bicicletta.

Venerdì 29 giugno, ore 21.30, circolo Malacarne, via San Vitale 14a 

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Il ritorno di Brutti Caratteri si avvicina…Stay Tuned!!

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