Catastrofe, collasso, default: parole che compaiono ogni giorno sui media. È solo per catturare l’attenzione, dato che nulla vende meglio dell’ansia? O forse nella narrazione delle magnifiche sorti e progressive della nostra civiltà qualcosa non quadra? Un kit di sopravvivenza per orientarci nella crisi in atto e per attrezzarci contro le catastrofi presenti e future. Con un occhio di riguardo alle produzioni industriali nocive e alle politiche killer dei rifiuti, come nel caso di Brescia: un monito per la stessa Verona…
Se ne parla venerdì 7 giugno alle 18.30 all’Opificio dei sensi (alle Ferrazze) insieme a Stefano Caserini e Marino Ruzzenenti.
Stefano Caserini è esperto di clima e inquinamento, insegna Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano, ha fondato il blog www.climalteranti.it ed è autore di articoli e libri, fra cui “A qualcuno piace caldo” (Ed. Ambiente).
A Brutti Caratteri presenterà “Guida galattica per sopravvivere al futuro”: un glossario per rintracciare le parole-chiave del presente, da Apocalisse a Zig-zag, e per guardare al futuro, provando a immaginare il dopo e il nuovo. Con una postfazione di Luca Mercalli.
Marino Ruzzenenti è nato a Medole (Mn) nel 1948, da molti anni vive a Brescia. In collaborazione con la Fondazione «Luigi Micheletti» di Brescia e con la rivista on line «altroNovecento. Ambiente, tecnica e società», diretta da Giorgio Nebbia, si è occupato di storia contemporanea, con una particolare attenzione ai problemi ambientali. Ha pubblicato, tra l’altro: “A come ambiente. Corso di Educazione Ambientale”, (con Paola Costa e Giorgio Nebbia), La Nuova Italia, Firenze 1998; “Un secolo di cloro e… PCB. Storia delle industrie Caffaro di Brescia”, Jaca Book-Alce Nero, Milano 2001; “L’Italia sotto i rifiuti”, Jaca Book-Alce Nero, Milano 2004/08.
A Brutti Caratteri presenterà “Il caso italiano: industria, chimica e ambiente” (Jaca Book 2012), una raccolta di saggi di storiche e storici dell’ambientalismo italiano, e “Per un atlante della contaminazione industriale in Italia”, pubblicato sull’ultimo numero del quadrimestrale «Zapruder. Storie in movimento. Rivista di storia della conflittualità sociale». http://www.storieinmovimento.org/index.php?sezione=1
Il numero 30 di Zapruder è dedicato all’ambiente e le lotte sociali, come spiega il periodico: “Questo numero sui conflitti ambientali ha come premessa teorica le ricerche e la riflessione degli ultimi vent’anni a partire dal movimento per la giustizia ambientale statunitense che nasce nelle lotte delle minoranze contro quello che è stato definito «razzismo ambientale», ovvero la distribuzione del rischio su base razziale. Tuttavia, più che proporre un canone teorico rigido, abbiamo scelto di mettere al centro una molteplicità di lotte popolari, di casi empirici, che raccontano l’ingiustizia ambientale, l’iniqua distribuzione di rischi e costi che finisce per colpire essenzialmente gruppi sociali e/o etnici subalterni. Del resto, che esistano problemi ecologici e che essi possano colpire in maniera diseguale diversi gruppi di persone è cosa difficilmente confutabile; ma parlarne in termini di ingiustizia cambia radicalmente la narrazione, mettendo in discussione i processi di legittimazione di valori, interessi e saperi che sottendono qualsiasi scelta tecnologica o politico-economica. Oltre a essere un’evidente dimostrazione di un sistema che crea e riproduce ineguaglianze, i conflitti ambientali sono infatti anche dei potenti agenti di cambiamento, in grado di plasmare i paesaggi socioecologici in cui avvengono, creando nuove comunità e ridisegnando i confini tra lo spazio pubblico e privato, tra lo scientifico e il politico”.