Un saggio narrato sui rapporti tra cibo e lotta di classe. “Del maiale non si butta via niente” perché c’entra con tutto. È il fulcro di intere economie. È la più disgraziata vittima del capitalismo, l’animale totemico della catastrofe ambientale, il rimosso che preme ogni giorno. Ed è un’arma nella guerra razziale.
Presentazione 11.00 / dalle 10.00 fino (quasi) al tramonto banchetti di libri delle case editrici indipendenti e il mercato del GasP! Dove? campo sportivo Gigi Piccoli, via Caroto 1, ang. via Venturi
Raccontarlo, questo maiale che ci ossessiona. Il porco ci possiede: umanizzato e sorridente nei cartoons, sterminato a milioni ogni giorno, evocato per disprezzare insultare bestemmiare, il Sus scrofa domesticus popola i nostri incubi a occhi aperti e incarna fantasie macabre.
Teste di maiale alle frontiere per respingere i profughi musulmani; maiali portati a razzolare sui siti di future moschee per “profanare” quei terreni; il cupo desiderio di costringere «gli islamici» a mangiare maiale… Una pulsione che attraversa l’Europa, compare nelle timeline di Facebook di individui frustrati, incastrata tra un meme razzista e l’altro, e si impossessa di uomini e donne che rappresentano lo stato, di parlamentari seduti in istituzioni comunitarie. Una pulsione rivelatrice e antica, che ha precedenti nell’antisemitismo e nelle persecuzioni antiebraiche.
Wolf Bukowski è uno dei guest blogger del sito dei Wu Ming, Giap, è redattore della Nuova rivista Letteraria, collabora con Internazionale, ed è autore di Il grano e la malerba (Ortica editrice, 2012) e de La danza delle mozzarelle (Alegre, 2015)
Leggi la recensione de «il manifesto» e quella di «Internazionale».