ANARCHY BOOKS: un viaggio attraverso la grafica delle fiere dell’editoria anarchica nel mondo

La prima è stata a Londra, nel 1983. Poi, poco a poco, l’idea si è diffusa in tutti i paesi dove l’anarchismo è una presenza costante e vivace: in Europa, in America del Nord e in America Latina, fino in Sudafrica e in Australia. Oggi fiere dell’editoria anarchica sono presenti in varie località di almeno 25 paesi. Occasioni di incontro, di confronto e di arricchimento culturale per attivisti e collettivi che intendono la lettura non come una placida attività da praticare in pantofole, ma come uno strumento di crescita e di trasformazione sociale.

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La maggior parte sono appuntamenti annuali, a volte con una lunga tradizione alle spalle e il contorno di numerosi eventi culturali; altre sono episodiche, oppure piccoli mercati periodici militanti. Alcune si svolgono in spazi occupati e autogestiti, altre in luoghi messi a disposizione da università e istituzioni. Tutte, però, condividono alcuni principi di fondo come l’organizzazione orizzontale e assembleare e il rifiuto di atteggiamenti razzisti, omo-transfobici e sessisti. Alcune, infine, sottolineano la scelta vegan o vegetariana.

_A-mostra15Negli spazi espositivi convivono le proposte di realtà editoriali consolidate con l’autoproduzione all’insegna del do it yourself. Ma dove ha origine questa fioritura di iniziative culturali di segno anarchico? Abbiamo cercato di scoprirlo guardando alla grafica dei manifesti promozionali. Una selezione dei quali (in forma di riproduzioni) è in mostra, accompagnata dalla stampa di un piccolo catalogo (tutto a colori!) prodotto dalla Biblioteca G. Domaschi per celebrare il traguardo della decima edizione di Brutti caratteri.

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