Il libro come ecosistema: presentazione del Manifesto dell’Osservatorio Degli Editori Indipendenti ODEI

ODEI_manifesto“Siamo un gruppo di editori indipendenti, con dimensioni, cataloghi, fatturati, marchi, interessi diversi. Nessuno di noi fa parte di un gruppo editoriale. Nessuno di noi esercita sul mercato editoriale una posizione di monopolio, né all’interno della filiera distributiva né delle librerie. Nessuno di noi ha nella propria casa editrice partecipazioni societarie di soggetti che rivestono posizioni di monopolio. Nessuno di noi ha partecipazioni societarie di distributori o di catene librarie”.

Si presentano così i fondatori di ODEI (Osservatorio degli editori indipendenti, odei.altervista.org/) nel loro Manifesto. Un documento nato come contributo a una libera riflessione su temi che riguardano il libro, la lettura, la cultura, le professioni e il lavoro.

Un “punto di vista” su cui è aperta la discussione venerdì 7 giugno alle 18 all’Opificio dei Sensi per Brutti Caratteri 2013.

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Groaahr! BRUNO GOURDO: la blues mutation one wolf band venerdì sera sul palco di Brutti Caratteri

bruno gourdo

Venerdì 7 giugno alle 21. 3o si esibirà Bruno Gourdo: un lupo mannaro, un fenomeno da baraccone, un freak.

Non si sa da dove venga, è stato avvistato per la prima volta nel ’42, nei pressi di Clarksdale, Mississippi. La leggenda narra che, una notte di luna piena, attratto dal suono di una chitarra, si sia avvicinato alle piantagioni di cotone, dove è stato adottato da vecchi bluesman come Charley Patton e Son House che gli hanno insegnato a suonare il blues.

Bruno Gourdo fa un blues scarno e selvaggio, un blues mutante, suona chitarra elettrica e una rudimentale batteria con le zampe inferiori, si ispira al blues rurale della prima metà del 1900, il delta ma soprattutto il Mississippi hill country blues.

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SOPRAVVIVERE ALLA CATASTROFE. Venerdì 7 giugno all’Opificio dei sensi si parla di industria, crisi e ambiente

Catastrofe, collasso, default: parole che compaiono ogni giorno sui media. È solo per catturare l’attenzione, dato che nulla vende meglio dell’ansia? O forse nella narrazione delle magnifiche sorti e progressive della nostra civiltà qualcosa non quadra? Un kit di sopravvivenza per orientarci nella crisi in atto e per attrezzarci contro le catastrofi presenti e future. Con un occhio di riguardo alle produzioni industriali nocive e alle politiche killer dei rifiuti, come nel caso di Brescia: un monito per la stessa Verona…

Se ne parla venerdì 7 giugno alle 18.30 all’Opificio dei sensi (alle Ferrazze) insieme a Stefano Caserini e Marino Ruzzenenti.

Imparare_dalle_catastrofi

Stefano Caserini è esperto di clima e inquinamento, insegna Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano, ha fondato il blog www.climalteranti.it ed è autore di articoli e libri, fra cui “A qualcuno piace caldo” (Ed. Ambiente).

A Brutti Caratteri presenterà “Guida galattica per sopravvivere al futuro”: un glossario per rintracciare le parole-chiave del presente, da Apocalisse a Zig-zag, e per guardare al futuro, provando a immaginare il dopo e il nuovo.  Con una postfazione di Luca Mercalli.

Il_caso_italiano

Marino Ruzzenenti è nato a Medole (Mn) nel 1948, da molti anni vive a Brescia. In collaborazione con la Fondazione «Luigi Micheletti» di Brescia e con la rivista on line «altroNovecento. Ambiente, tecnica e società», diretta da Giorgio Nebbia, si è occupato di storia contemporanea, con una particolare attenzione ai problemi ambientali. Ha pubblicato, tra l’altro: “A come ambiente. Corso di Educazione Ambientale”, (con Paola Costa e Giorgio Nebbia), La Nuova Italia, Firenze 1998; “Un secolo di cloro e… PCB. Storia delle industrie Caffaro di Brescia”, Jaca Book-Alce Nero, Milano 2001; “L’Italia sotto i rifiuti”, Jaca Book-Alce Nero, Milano 2004/08.

A Brutti Caratteri presenterà “Il caso italiano: industria, chimica e ambiente” (Jaca Book 2012), una raccolta di saggi di storiche e storici dell’ambientalismo italiano, e “Per un atlante della contaminazione industriale in Italia”, pubblicato sull’ultimo numero del quadrimestrale «Zapruder. Storie in movimento. Rivista di storia della conflittualità sociale». http://www.storieinmovimento.org/index.php?sezione=1

copertina_zapIl numero 30 di Zapruder è dedicato all’ambiente e le lotte sociali, come spiega il periodico: “Questo numero sui conflitti ambientali ha come premessa teorica le ricerche e la riflessione degli ultimi vent’anni a partire dal movimento per la giustizia ambientale statunitense che nasce nelle lotte delle minoranze contro quello che è stato definito «razzismo ambientale», ovvero la distribuzione del rischio su base razziale. Tuttavia, più che proporre un canone teorico rigido, abbiamo scelto di mettere al centro una molteplicità di lotte popolari, di casi empirici, che raccontano l’ingiustizia ambientale, l’iniqua distribuzione di rischi e costi che finisce per colpire essenzialmente gruppi sociali e/o etnici subalterni. Del resto, che esistano problemi ecologici e che essi possano colpire in maniera diseguale diversi gruppi di persone è cosa difficilmente confutabile; ma parlarne in termini di ingiustizia cambia radicalmente la narrazione, mettendo in discussione i processi di legittimazione di valori, interessi e saperi che sottendono qualsiasi scelta tecnologica o politico-economica. Oltre a essere un’evidente dimostrazione di un sistema che crea e riproduce ineguaglianze, i conflitti ambientali sono infatti anche dei potenti agenti di cambiamento, in grado di plasmare i paesaggi socioecologici in cui avvengono, creando nuove comunità e ridisegnando i confini tra lo spazio pubblico e privato, tra lo scientifico e il politico”.

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La mascotte firmata TONUS!

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URUPIA: i primi diciotto anni della comune libertaria salentina raccontati in parole e musica domenica prossima al Gigi Piccoli

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«Ah, sì la comune anarchica, la comune agricola… aspetta non mi ricordo bene, che sono, primitivisti, luddisti,  insurrezionalisti, vegani? Fanno sesso libero o ci’hanno le famiglie? Dice che lavorano tantissimo. Mah, non lo so, a me questa cosa di andarsi a chiudere nell’isola felice se devo dire la verità non mi convince proprio…»

Diciotto anni fa a Francavilla Fontana, nel Salento, nasceva Urupia, una comune libertaria immaginata e creata da un gruppo di salentini – all’epoca quasi tutti redattori della rivista Senza Patria – e alcune persone di origine tedesca, “militanti” della sinistra radicale in Germania. In questi diciotto anni a Urupia sono stati ristrutturati vecchi cascinali e messi a coltura i campi abbandonati. Sono stati realizzati gli impianti per acqua, luce, gas, riscaldamento, fitodepurazione delle acque di scarico, energia solare, tubazioni per l’irrigazione delle campagne. Si fanno buon olio, buon vino, buon pane, ma soprattutto si sperimentano autogestione, proprietà collettiva, relazioni non gerarchiche, cura dell’ambiente.

I pregiudizi e gli stereotipi sulle esperienze di vita collettiva sono innumerevoli e fantasiosi, ma com’è per davvero la vita in una comune? Il sudore e le gioie del progetto verranno raccontati da Giuseppe Aiello, autore del libro “URUPIA. A casa di persone che non erano in cerca dell’isola felice…” (Candilita 2012), e dalla comunarda Thea Venturelli.

L’appuntamento è domenica 2 giugno alle 18 
al Campo sportivo Gigi Piccoli (via Caroto 1, fuori porta Vescovo). Alle 20 cena salentina con i prodotti di Urupia e poi si balla al ritmo di pizziche e tamurriate.

Per saperne di più: http://urupia.wordpress.com/ http://www.candilita.it

 

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